Il typosquating è una nuova e fantasiosa tipologia di illecito che si concretizza nella registrazione di domini affini a quelli di marchi assai noti, ma che si differenziano per piccole difformità letterali, per l’assenza o la presenza di una lettera generalmente dovute ad errori di digitazione. Esempi classici sono i domini aitalia.it, aliaia.it, aslitalia.it, ecc… affini a quello della ns compagnia di bandiera.
Astuti criminali studiano con cura le diverse ipotesi di errore nella digitazione di uno specifico dominio (anche tenendo conto della dimensione delle dita di alcune categorie di utenti che determina la simultanea battitura di più caratteri) e la loro frequenza, così da massimizzare il traffico fraudolento al loro sito e aumentarne fraudolentemente il guadagno mediante attività di pubblicità payperclick o attraverso l’illecita acquisizione di indirizzi e-mail o l’attivazione silente di dealer.
L’attività di typosquating, oltre a configurare differenti tipologie di illecito, è particolarmente riprovevole e pericolosa perché trae in inganno il navigatore, che ignaro dell’errore di digitazione compiuto ripone massima fiducia nell’autorevolezza del brand digitato.
La grande fiducia riposta dal navigatore per il sito di destinazione (anche per questa ragione vengono utilizzati domini affini a brand autorevoli), facilita molteplici comportamenti imprudenti come ad esempio l’installazione di applet, la compilazione di form, la disattivazione di firewall, ecc…
Questo tipo di illecito, in ragione della sua redditività è in forte crescita dal 2005 e si è equamente diffuso in tutta l’Europa occidentale interessando prevalentemente siti di videogiochi, media, compagnie aeree, tecnologia.
La diffusione e la pericolosità del fenomeno, hanno spinto i principali motori di ricerca ad introdurre sistemi automatici per la correzione automatica degli URL difformi da siti autorevoli.
giovedì 20 dicembre 2007
Typosquating - Attenti alle nostre dita
Pubblicato da
Giuseppe Fragola
alle
19:06
Etichette: Internet Law
mercoledì 5 dicembre 2007
Competiting on Analytics
Sovente mi capita di leggere studi e analisi relativi all’importanza che i dati hanno assunto nella ns. società definita appunto dell’informazione e di come gli stessi dati costituiscano ormai per un’azienda un asset strategico ben più importante di un immobile, di validi collaboratori, di ampie risorse economiche e questo perché non soltanto l’informazione di qualità non è un bene fungibile ma perché può generare un rapido e sensibile vantaggio competitivo nel suo utilizzatore.
Esempi emblematici di aziende il cui successo planetario è riconducibile all’uso innovativo e strategico dei dati sono i supermercati Wall Mart, la catena alberghiera Marriot, American Airlines ed ovviamente eBay, Amazon e Yahoo; tutte queste aziende hanno strutturato la loro business strategy sulle analisi statistiche e sui modelli quali-quantitativi delle informazioni aziendali.
Oggi i sistemi di Business Intelligence e di Web Analytics hanno raggiunto un alto livello di complessità e di approfondimento che consentono di ottenere dati estremamente elaborati (inimmaginabili fino a pochi anni addietro), decisivi per supportare anche mediante l’ausilio di modelli previsionali e predittivi il processo decisionale del management.
Paesi fortemente emergenti quali India, Cina, Russia ed Emirati stanno investendo massicciamente in sistemi statistici e di analisi che consentano loro di competere su scala planetaria e di colmare rapidamente le minori competenze del management.
L’intuito del singolo manager, così come quello del grande chirurgo, è e sarà sempre più affiancato da complessi ed efficienti strumenti decisionali capaci di visualizzare, a colpo d’occhio, centinaia di indicatori strategici ed economici.
Un’analisi dettagliata di come questi strumenti di analisi si stiano rapidamente evolvendo e di quanto pervasivo sarà il loro ruolo nelle aziende di oggi e di domani è stata pubblicata su Competing on Analytics: The New Science of Winning di Thomas H. Davenport, Jeanne G. Harris
Pubblicato da
Giuseppe Fragola
alle
19:25
Etichette: Web Analytics